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04/12/2019
Questa mattina, presso la Sala Consiliare della Provincia di Novara, si è svolta la conferenza stampa per la conclusione del progetto “Riconoscere le discriminazioni per contrastarle: qui non discrimino”.
Il progetto, finanziato dalla Regione Piemonte e realizzato dalla Provincia di Novara con il supporto di EnAIP Borgomanero, è nato con lo scopo di prevenire atteggiamenti discriminatori e ridurre le discriminazioni, fornendo le tecniche e gli strumenti necessari per imparare a riconoscerle, gestirle e contrastarle.
Elena Foti, Consigliera provinciale con Delega alle Pari Opportunità, si è mostrata entusiasta e soddisfatta dei risultati ottenuti attraverso questa iniziativa e ha augurato che questo genere di formazione possa essere esteso anche ad altre realtà.
Luca Sogno, Presidente di EnAIP Piemonte, ha aggiunto che, data la complessità del tema, esso debba essere affrontato su diversi livelli e in vari ambiti. “Come Ente, EnAIP Piemonte ha dimostrato da sempre grande attenzione per questo tema, che è anche il presupposto per partecipare a questo tipo di iniziative. Il fatto che attraverso questo progetto ci si sia potuti interfacciare con diverse realità ha contribuito a dare profondità agli aspetti formativi”.
Cristina Casari e Valeria Valloggia, referenti di Pari Opportunità per le sedi EnAIP di Omegna, Borgomanero e Arona sono entrate invece nel dettaglio del progetto, illustrando le fasi, le persone coinvolte e i risultati raggiunti.
“Il fenomeno discriminatorio esiste, e preoccupa. Purtroppo sono meno note le metodologie per combatterlo, sia dal punto di vista psicologico che da quello legislativo”, ha raccontato Valloggia. Da qui la creazione del progetto “Riconoscere le discriminazioni per contrastarle: qui non discrimino”, che ha visto coinvolte 149 persone: docenti e allievi di diverse scuole, operatori socio-sanitari, volontari di associazioni, dipendenti della Pubblica Amministrazione, volontari di Servizio Civile, coordinatori di servizi e comunità.
“Arma vincente e punto di forza del progetto è stata sicuramente la metodologia utilizzata, di tipo laboratoriale e basata su casi studio, gruppi di lavoro e role play” ha aggiunto Valloggia. “Non è stato difficile coinvolgere i partecipanti, quando si è trattato di parlare di esperienze personali relative al tema e di mettersi in gioco, ho notato un’adesione spontanea. Confermo l’esigenza di continuare ad approfondire queste tematiche, perché sono sempre più necessari strumenti per creare situazioni di inclusione” ha commentato Casari.
Prima di concludere, ha preso la parola Teresa Lo Bianco, docente dell’I.T.I. Omar, una delle scuole coinvolte, per ribadire l’importanza e l’efficacia del progetto, e il successo riscosso tra i ragazzi, che hanno già avuto modo di mettere in pratica alcune delle metodologie apprese durante i laboratori.
Autore: En.A.I.P. Piemonte
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